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Nel dossier, aggiornato a fine giugno 2019, la Comunità di Sant'Egidio descrive come sono nati i corridoi umanitari, una via sicura e legale di ingresso in Europa, come alternativa ai barconi nel Mediterraneo, per più di 2500 profughi arrivati dal Libano e dall'Etiopia (DOWNLOAD GRATUITO)
"Lavorando sul piano giuridico, abbiamo trovato un varco nell’articolo 25 del Regolamento (CE) n.810/2009 del 13 luglio 2009, che prevede la possibilità per gli Stati della UE di emettere visti umanitari a territorialità limitata, cioè validi per un singolo paese. Con le Chiese protestanti italiane, e in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri, il 15 dicembre 2015 abbiamo firmato il protocollo per l’apertura dei primi corridoi umanitari: mille visti per altrettanti profughi siriani dai campi del Libano. A questa intesa è seguito un protocollo con la Conferenza episcopale italiana, firmato il 12 giugno del 2017, per cinquecento profughi dell’Africa subsahariana (eritrei, somali e sudsudanesi) dai campi dell'Etiopia. Entrambi i protocolli sono stati successivamente rinnovati. Entrambi i protocolli sono stati successivamente rinnovati, il primo con le Chiese protestanti italiane il 7 novembre 2017 per ulteriori mille visti dal Libano, il secondo, con la Conferenza episcopale italiana, il 3 maggio 2019 per ulteriori seicento visti da Etiopia, Niger e Giordania.
I corridoi umanitari hanno lo scopo di contrastare lo sfruttamento da parte dei trafficanti di uomini e di offrire una via di accesso legale e sicura per chi arriva e per chi accoglie. L’accesso al programma è riservato a persone in "condizioni di vulnerabilità" (ad esempio, oltre a vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità).
Arrivati in Italia, i profughi sono accolti a spese delle associazioni firmatarie in strutture o case e viene avviato un percorso di integrazione, che comprende l’insegnamento della lingua italiana, l’iscrizione a scuola dei loro bambini, l’avviamento al lavoro. L’intero processo è totalmente autofinanziato. I corridoi umanitari hanno unito il nostro Paese, mostrando il volto accogliente della società civile italiana, che si è fatta carico del programma attraverso la solidarietà di tanti, senza pesare economicamente sullo Stato. Inoltre i corridoi umanitari hanno fatto scuola in Europa, essendo stati replicati in Francia, Belgio e Andorra".
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