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Che cosa sarebbe il mondo senza preghiera? E il mondo senza dialogo? Cosa possono fare preghiera e dialogo? Ma prima ancora: cosa significa oggi pregare il Signore? Che senso ha invocarne il nome attendendo il suo intervento, stentando poi a riconoscerlo nel prossimo? Come fa l’uomo contemporaneo a chiedere ascolto a Dio e ad affrontarne l’apparente silenzio? Dove va a trovare le parole o i gesti o gli strumenti per relazionarsi con Lui? Sono solo alcune delle domande dalle quali parte il nuovo libro di Andrea Riccardi “La preghiera, la parola, il volto” (San Paolo), meno di duecento pagine nelle quali l’autore colloquia con i lettori provando a spiegare qualcosa un po’ difficile da capire: il codice comunicativo di Dio.
Continua a leggere la recensione di Marco Roncalli (La Stampa)