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Padre Jacques Mourad non rimetterà più piede nel suo Paese natale, la Siria. Ma non per il trauma del sequestro che per cinque mesi lo ha visto prigioniero dei jihadisti dell’Isis, ma perché è un pastore e vuole vivere come il suo popolo, disperso dai venti in tutti gli angoli del mondo. Ha scelto dunque di vivere come i siriani, cioè da rifugiato. Ecco perché la sua missione adesso è a Sulaymaniya, nel Kurdistan iracheno. Il libro di padre Jacques Mourad dal titolo “Un monaco in ostaggio. L’appello alla pace di un monaco ostaggio dei jihadisti (Un moine en otage)”, avrebbe dovuto intitolarsi “Un grido nel deserto”, ma l’editore Emmanuel ha preferito così, come spiega l’autore a Vatican Insider.

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